Ad un mese dall’inizio del campionato di Serie D, una chiacchierata con coach Antonio Alba, già al lavoro dopo le nozze, per fare il punto sulla situazione in casa Scuola Basket Delfini Monopoli.
Antonio, in questa stagione il tuo ritorno a Monopoli dopo qualche anno in cui hai lavorato in altre realtà. Quali i motivi di questa tua scelta?
Tornare ha significato per me rituffarmi nel passato, ripensare ai primi momenti trascorsi da bambino in quello splendido contenitore che è la Palestra Melvin Jones, un luogo che ancora oggi mi fa emozionare. La scelta è stata quindi soprattutto di cuore, ma ho anche intravisto la possibilità di tornare a promuovere del buon basket insieme ad amici di una vita e veri professionisti come Angelo, Francesco, Vivi, Claudio e Pino. Con un occhio da dare ai nuovi istruttori che desiderano formarsi, come Toni, che smessa la divisa da giocatore ha scelto di continuare a giocare in un ruolo diverso.
Sei un profondo conoscitore del movimento, anche in considerazione del tuo incarico federale. Che momento vive il basket pugliese?
La risposta ce la darà il campo, come sempre, d’altronde. La Puglia cestistica ha offerto un livello medio sempre interessante, soprattutto nei campionati dilettantistici, che però offrono vetrine nazionali a troppi atleti extra pugliesi e sono perciò poco funzionali alla crescita dei nostri giovani. Grazie al momento di riflessione post – Covid si dovrà trovare il tempo per credere nei settori giovanili e in atleti che purtroppo sembrano caduti nel dimenticatoio.
Lavorerai ad un progetto pensato per consentire a molti giovani di trovare il loro spazio per emergere. Quanto è importante per il movimento che ci siano realtà che ancora investono su questi progetti?
Mi ricollego alla domanda precedente. Il rischio di collasso per mancanza di atleti formati nei nostri settori giovanili è reale. È doveroso ripartire dalla base e noi lo stiamo facendo. L’obiettivo della proprietà è stato chiaro fin dall’inizio: ripartire da un Minibasket di qualità, facendo leva sull’amore per lo sport e sull’attenzione alla socialità. Sarà compito poi di noi allenatori a capire se tra i più giovani si nasconde un altro Tommy Laquintana o tra le giovanissime una nuova Stefania Susca e, in questo caso, fare in modo che emergano.
La Scuola Basket Delfini è la società cestistica più antica di Monopoli e quella con più tradizione nel settore giovanile. Come stai costruendo la squadra che allenerai quest’anno e che parteciperà alla Serie D?
Sembrerà strano, ma di fatto non l’abbiamo proprio costruita. Quando Angelo e Francesco hanno mosso i primi passi iscrivendosi alla D, siamo stati piacevolmente “aggrediti” dalle richieste di atleti cresciuti nella Scuola Basket, diversi dei quali provenienti da paesi limitrofi. Ad oggi contiamo quasi 20 atleti che sono nell’ipotetico roster di Serie D ed ovviamente non sarà purtroppo possibile per me schierarli tutti. Ma intanto è bella questa disponibilità, questa voglia di esserci e tornare nella società in cui questi ragazzi si sono formati.
La società ti ha affidato l’incarico di supervisore dell’intera attività. Che tipo di lavoro si sta portando avanti, anche nell’ambito della collaborazione con la New Basket Brindisi?
Per fortuna Claudio Centrone e Vivi Licciulli sono molto più presenti di me e stanno facendo un lavoro encomiabile. Il confronto c’è e sappiamo bene quanta strada dovremo percorrere prima di poter avere il risultato minimo. E lo sanno soprattutto i nostri atleti e le loro famiglie. Denis Barnaba e Srdjan Sakovic stanno conoscendo il sacrificio di chi vuole diventare un atleta importante, allenandosi tra Brindisi e Monopoli tutti i giorni della settimana. Ecco, loro devono diventare il modello per i giovanissimi delle nostre Under, sia maschili che femminili. Se riusciamo a dare loro a giusta mentalità, i primi risultati arriveranno anche prima di quanto non sarebbe lecito attendersi.
UFFICIO STAMPA ASD SCUOLA BASKET DELFINI MONOPOLI